Luce

Nella radura al limitare del bosco, dove il sentiero curva e si perde, vive la naiade dalle guance di rosa e il sorriso sincero. Veste coltri di rugiada, fermagli azzurri di topazio e, tra i capelli, un diadema di agrifoglio e fiori di ginepro. Gioca coi grilli nelle placide sere d’estate, danza tra le campanule schiuse nelle notti di plenilunio.

Timida e schiva, ella si tiene alla larga se sopraggiunge dal bosco chi di lei non sia degno. Sta nascosta dietro le foglie di orchidea selvatica e i cespugli di biancospino, silenziosa come il cerbiatto. In quei momenti ne puoi scorgere appena il riflesso: barbagli di luce tra le fronde degli alberi, parve scintille sulla superficie del ruscello.

Laggiù, nella radura al limitare del bosco, la naiade custodisce un anello di luce che racchiude la freschezza del vento, il cinguettio delle rondini, i pomeriggi di primavera. Come un fiore prezioso, che controlla la vita, lo donerà soltanto a chi saprà dimostrarsi delicato e gentile. Come la farfalla, che par chiedere scusa nel gesto di posarsi sul fiore.