Figlia

La donna, ogni sera, cullava la figlia. Prendendola in braccio e portandola al petto, sedeva in veranda sotto le stelle. Le accarezzava il capo, la copriva con la mantella se il vento soffiava con troppa veemenza. E cantava filastrocche con tono soffuso, intonava antiche ballate che la maggior parte degli uomini aveva scordato.

La neonata aveva la pelle rosata, riccioli d’oro e mani lisce e sincere. Col dito accarezzava la perla che la madre portava al dito, come per imprimerne la bellezza nella giovane mente.

In futuro, quando fosse divenuta adulta e indipendente, avrebbe sempre portato quell’anello con sé e, nel toccarlo, qualunque sua angoscia si sarebbe d’istinto acquietata. Le sarebbero allora tornate in mente sua madre, le sere d’estate, le antiche ballate di un tempo remoto e quell’abbraccio così vivido, forte e ricco d’amore.